Integratori alla curcuma: fanno bene o male?

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Integratori alla curcuma: fanno bene o male?

Gli integratori alla curcuma sono stati oggetto di un richiamo del Ministero della perchè sospettati di aver causato ventuno casi di epatite colestatica. Ma la commissione appositamente creata li ha assolti.

Facciamo luce sulla questione e spieghiamo perchè la curcuma negli integratori ha tanto successo.

Integratori alla curcuma: il richiamo

Gli integratori alla curcuma, venduti sotto forma di capsule o compresse da varie aziende, sono stati oggetto di un richiamo poco tempo fa. L’accusa era stata quella di aver causato dei casi di epatite colestatica in ben ventuno persone solo in Italia. Altri casi sono stati riportati all’estero. Immediato il richiamo di varie marche e la nomina di una commissione di esperti per valutare se effettivamente questi integratori fossero stati responsabili della malattia.

Dopo i necessari controlli per determinare se gli integratori alla curcuma fanno male, è emerso che a causare questi casi sia stata o una suscettibiltà del singolo individuo, o una preesistente affezione delle vie epato-biliari. Tuttavia, il Ministero ha deciso che a partire dal 2020 sulle etichette di questi integratori bisognerà specificare che

  • l’uso è sconsigliato a persone con calcolosi o problemi al fegato o alle vie biliari
  • l’uso può dare vita a reazioni individuali alla curcuma
  • Se ne sconsiglia l’uso in concomitanza con altri integratori o farmaci

Ma perchè la curcuma ha tanto successo non solo come spezia ma anche sottoforma di integratori? Scopriamolo insieme.

Perchè questi integratori sono così diffusi?

cucuma-radice-polvere

Probabilmente conoscerete la curcuma come spezia: è una polvere gialla estratta dalla radice di questa pianta usata molto nella cucina indiana. Ma il principio attivo che si estrae dalla curcuma, cioè la curcumina, è usato da secoli nella medicina ayurvedica per le sue potentissime proprietà anti ossidanti e antinfiammatorie.

Si tratta di un polifenolo, solubile nei grassi, ma non nell’acqua e stabile a valori di Ph acidi nello stomaco. Assunto solo attraverso la polvere alimentare non è sufficiente, ma sottoforma di integratori curcuma, quindi con una concentrazione estremamente maggiore, può essere un ottimo coadiuvante nel trattamento di varie patologie.

A cosa seve la curcuma in compresse?

Ma a cosa serve esattamente la curcuma negliintegratori? Tra le principali azioni di questi integratori a base di curcumina troviamo:

  • azione antinfiammatoria dovuta all’inibizione di quegli enzimi che causano le infiammazioni
  • azione antiossidante perchè protegge dai danni dei radicali liberi in quanto inibisce lo stress ossidativo .
  • azione antimicrobica e antifungina, come ad esempio nei casi di Candida Albicans e nei casi di gram positivi e negativi
  • azione anticoagulante, antidiabetica, anticolesterolo: la curcumina riduce il livello di glucosio e combatte l’LDL o colesterolo cattivo.

Inoltre agisce sulla digestione e sul gonfiore intestinale. Secndo alcuni studi potrebbe essere un potente antitumorale in quanto favorisce la morte programmata delle cellule che potrebbero degenerare in cellule tumorali e proliferare.

Integratori alla curcuma: come e quando assumerli

La posologia consigliata va da 1,5 a 3 grammi di rizoma essiccato al giorno. La curcumina contenuta nelle compresse o capsule di solito è come estratto secco titolato al 95%, per cui di solito bastano due compresse da 400 mg al giono. E’ anche possibile assumere 20 gocce al dì di estratto idrolalcolico. Spesso la piperina, estratto del pepe nero, è associato alla curcuma perchè ne favorisce l’assorbimento.

Gli integratori però non dovrebbero essere assunti a cuor leggero. Oltre a farne un consumo morigerato, sarebbe oppurtuno chiedere consiglio al medico o farmacista prima di consumarne specie se si hanno determinate patologie o si assumono farmaci. Tra i soggetti che non possono assumere curcuma in compresse troviamo le persone sotto terapia anticolagulante o in allattamento o gravidanza e, come abbiamo visto, con patologie epato-biliari.

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Alessandra De Marco

Webwriter, traduttrice, profuga della ricerca, appassionata di marketing. Ho lavorato nella comunicazione, nell'università, e nel customer service, vivendo a cavallo tra Italia e Inghilterra.