La musicoterapia: che cos’è e a cosa serve

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La musicoterapia: che cos’è e a cosa serve

“Che cos’è la musica? Che effetto ha su di noi? E perché ha l’effetto che ha?… Sotto l’influenza della musica mi sembra di sentire ciò che non sento, di capire ciò che non capisco, di poter fare cose che in realtà non posso fare”(sonata a Kreutzer, L. Tolstoj)

In musicoterapia la musica viene utilizzata da parte di un musicoterapista qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musica e tutti i suoi aspetti aspetti –fisici, emotivi, mentali, sociali, estetici e spirituali- vengono adoperati all’interno di un processo interpersonale per migliorare, recuperare o mantenere lo stato di salute, oppure per fornire possibilità di crescita e di sviluppo ai bambini e ai ragazzi (K. E. Bruscia).

A cosa serve la musicoterapia?

La musicoterapia serve ad intervenire su un certo numero di disagi fisici, psicologici, psichiatrici e neurologici (disturbi motori, sensoriali, emotivo-relazionali, dell’apprendimento e della personalità, esiti da lesioni cerebrali, autismo, sindromi genetiche, demenze senili e altri ancora) e si rivolge a persone di diverse età. Nell’ambito della prevenzione, invece, è diffuso l’impiego della musicoterapia sulle gestanti o sui neonati, allo scopo di facilitare un sereno rapporto madre-bambino. Può essere anche adoperata con persone in salute allo scopo di favorirne la crescita psicologica ed emotiva, di migliorare le relazioni interpersonali, oppure aiutare il rilassamento. I pazienti possono essere coinvolti in sedute individuali, di coppia oppure di gruppo in base alle caratteristiche e ai bisogni personali. Gli obiettivi e le strategie terapeutiche vengono individuate tramite la raccolta anamnestica riguardo ad aspetti medici, personali e familiari; viene effettuata, inoltre, una valutazione del paziente o del gruppo attraverso strumenti prettamente musicoterapici. Il trattamento può essere a breve, medio o lungo termine in base agli obiettivi prefissatiIl lavoro del musicoterapista va considerato in un’ottica di partecipazione interdisciplinare, ed è di fondamentale importanza la collaborazione con l’èquipe medica e con gli altri specialisti che operano con la stessa persona.

Obiettivi

Stimolazione sensoriale: l’ascolto e la manipolazione di semplici strumenti musicali  rappresentano un modo per stimolare l’udito, la vista e il tatto, e per migliorare la consapevolezza del proprio corpo e dell’ambiente circostante.

Sviluppo delle abilità comunicative: Il suono fornisce una forma primordiale di comunicazione non verbale in cui il terapista usa gli elementi della musica per creare un’intenzionalità, una condivisione di significati tramite lo sviluppo di un repertorio comune di eventi che hanno significato per terapista e paziente.

Incoraggiamento dell’espressione emotiva: Il linguaggio musicale, con tutte le sue inflessioni e le sue sfumature, può esprimere felicità, tristezza, rabbia o paura. I musicoterapisti possono aiutare ad esternare le emozioni, a prenderne consapevolezza e a modularle. Una delle potenzialità della musicoterapia è quella di permettere alle emozioni negative e ai conflitti di emergere, offrendo un “filtro protettivo” rappresentato dagli strumenti musicali che servono da intermediari nella comunicazione.

Potenziamento delle abilità cognitive: la musica può essere utilizzata per stimolare e potenziare le capacità attentive, la memoria, la concentrazione, le abilità organizzative, le abilità di elaborazione sequenziale e simultanea oltre alla capacità di risoluzione dei problemi.

Favorire l’interazione sociale: l’improvvisazione musicale di gruppo promuove l’impegno sociale e l’interazione tra i partecipanti attraverso l’uso di strumenti di facile utilizzo.

Incentivare e potenziare le abilità motorie: la musicoterapia può essere utilizzata per migliorare la consapevolezza corporea, agevolare le attività di coordinazione motoria, favorire il rilassamento muscolare mediante attività musicali mirate.

La musicoterapia attiva e la musicoterapia recettiva

In musicoterapia distinguiamo due diversi approcci: la musicoterapia attiva e la musicoterapia recettiva. La musicoterapia attiva prevede quello che in gergo si chiama “dialogo sonoro”, ovvero la comunicazione sonora improvvisata su strumenti suonati da paziente (oppure pazienti nel caso in cui si tratti di una seduta di gruppo) e terapista. Si utilizzano strumenti (prevalentemente strumentario Orff) che non richiedono un’istruzione musicale pregressa o abilità motorie particolari. Il paziente diviene protagonista, è portato a sentire, comprendere, creare, senza coercizioni, libero di scegliere lo strumento che per lui in quel momento è più significante, può comunicare con se stesso e con gli altri  attraverso ritmi, timbri, melodie.                                                                                                                                                                 La musicoterapia recettiva utilizza come procedura principale l’ascolto musicale e lo applica a scopi clinici nella terapia individuale e di gruppo. Spesso l’ascolto viene concepito come una modalità di approccio passiva, ma in realtà si tratta di un processo complesso in grado di attivare intensi vissuti interiori, evocare ricordi, stimolare le abilità percettive e l’immaginazione . L’ascolto può comunque lasciare spazio alla spontanea espressione tramite il canto, il libero vocalizzo e/o altre espressioni corporee come battito o movimento delle mani, movimento degli arti o di tutto il corpo. Oltre queste risposte musicali esplicite e/o implicite, abbiamo risposte di tipo extra-musicali verbali e/o non verbali sempre espressione di responsività allo stimolo musicale.

All’interno di queste due grandi tecniche possono esservi infinite utilizzazioni del suono che contemplano l’utilizzo del corpo, della voce oltre agli strumenti convenzionali e non. Le due tecniche possono essere utilizzate nella stessa seduta e vengono scelte in base alle esigenze.                    La scelta deve essere sempre al servizio del paziente, tenendo in considerazione le sue preferenze, essendo queste ultime un mezzo per raggiungere gli obiettivi.

Fasi  e durata dell’intervento musicoterapico

  • Raccolta dei dati anamnestici e biografici (da parenti e /o eventuali care givers e dall’èquipe di riferimento, e dagli altri operatori che lavorano con il paziente in questione)
  • Osservazione musicoterapica (generalmente da due a quattro sedute)
  • Definizione degli obiettivi e inizio del trattamento musicoterapico (da dieci a dodici sedute)
  • Analisi, valutazione e raccomandazioni per un eventuale ulteriore periodo di trattamento o per la conclusione dello stesso

La seduta di musicoterapia

Strutturazione della seduta di musicoterapia

Gli incontri individuali o di gruppo durano in media 45-60 minuti per 1/2 volte a settimana. Stabilito il tipo di intervento (individuale o di gruppo) si procede alla strutturazione della seduta che solitamente è suddivisa in tre fasi:

– L’accoglienza che prevede generalmente proposte già note al paziente o al gruppo, al fine di creare un’atmosfera rilassante con la quale si dà inizio all’incontro. In questa fase è possibile recuperare elementi della seduta precedente e fornire uno spazio nel quale comprendere e accogliere le esigenze del paziente.

– Segue la fase centrale nella quale è possibile introdurre gradualmente elementi nuovi o                             sondare possibili cambiamenti attuabili; questa fase è il cuore dell’intervento.

− La fase di chiusura che insieme alla prima, costituisce una cornice contenitiva e rassicurante in grado di riportare il paziente ad uno stato di tranquillità, prima della conclusione. Anche in questa fase si opterà per attività particolarmente gradite, le proposte possono essere le stesse della prima fase o provenire anche dalla seconda.

La valutazione dei risultati

La valutazione dei risultati della terapia musicale avviene in èquipe. Il lavoro impostato dovrebbe essere sempre illustrato al gruppo durante le riunioni di équipe assieme alla discussione dei singoli casi. Dove non sono previste riunioni di équipe, si utilizzeranno comunicazioni scritte periodiche sotto forma di relazioni. Al termine di ogni periodo il musicoterapista produrrà una relazione che riassume l’andamento delle sedute ed eventuali osservazioni inerenti agli obiettivi individuali, a variazioni, a particolarità.

Setting e strumenti

Il setting in musicoterapia costituisce un elemento fondamentale, pertanto è importante che l’ambiente sia adeguato allo scopo. Gli strumenti necessari allo svolgimento dell’attività di musicoterapia sono:

  • materiale timbrico-sonoro vario;
  • strumenti musicali:strumentario Orff, Strumenti professionali;
  • apparecchiature analogico-digitali audio di registrazione e riproduzione – dischi, compact disc;

Francesca D’andrea – Musicoterapista

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