
La mesoterapia (messa a punto dal medico francese Pistor negli anni 50) si basa sulla iniezione di un insieme di farmaci, a dosi molto piccole, mediante aghi sottili applicati a multiniettori. Questi strumenti possono avere da 3 a 18 aghi posizionati in modo lineare o circolare, lunghi più o meno 4 mm. Soltanto il medico decide quale usare per poter evitare traumi o la formazione di ematomi, specialmente quando la superficie da trattare non è piana.
E’ importante sottolineare che per ottenere risultati soddisfacenti è necessario inoculare il farmaco a livello dermico e non a livelli più profondi . Allo stesso modo è rilevante la scelta dei farmaci da utilizzare, perché variano a secondo dei tipi di patologia: vengono utilizzati antinfiammatori, antiedemigeni, capillaro-protettivi, revitallizzanti cutanei, ecc. Deve perciò essere effettuata una diagnosi accurata e bisogna che si accerti che la paziente non soffra di allergie più o meno gravi.
La mesoterapia è indolore e non occorre praticare anestesia e, nella zona trattata, si evidenzierà il cosidetto “pomfo”, della cui validità terapeutica si hanno numerose documentazioni scientifiche. Il ciclo di cura comprende da 8 a 15 sedute con frequenza settimanale, seguito da una di mantenimento mensile. Associando questa tecnica al linfodrenaggio e alla laser-terapia si ottengono dei buoni risultati.
La mesoterapia è comunque una delle terapie più conosciute ed utilizzate per il trattamento della cosiddetta “cellulite”. Con il termine di “cellulite”, ormai divenuto di uso comune si definisce un’alterazione degenerativa del tessuto dermico e ipodermico (panniculopatia edematofibrosclerotica). E’ il risultato di uno squilibrio nel trofismo del tessuto connettivo nello spazio compreso tra cute e muscoli, ove sono comprese anche cellule adipose. Quando a questo livello si instaura una stasi circolatoria, le scorie prodotte dal metabolismo cellulare non vengono drenate dal sistema circolatorio venoso e linfatico. Quindi meno ossigeno e sostanze nutritive giungono ai tessuti a causa del ridotto flusso arterioso.